. Dimmi che chiudi senza dirmi che chiudi

No, non crediamo sia una nuova linea di comunicazione. La linea di comunicazione aziendale è ferma e riconoscibile, come descritta dal SIBC (vedi da ultimo, qui e qui).

Potrebbe però essere una nuova linea per risparmiare. Invece di costose consulenze che magari contengono pure pareri sgraditi, meglio consulenze che arrivano gratis e numerose, al solo costo di un concorso esterno.

Con lo scritto del concorso per l'assunzione di Esperti nel campo della “Psicologia del lavoro e delle organizzazioni”, è stata infatti chiesta a qualche centinaio di candidati una consulenza su un tema molto specifico, e che - guarda caso - coincide con i timori di molti e con alcuni rumors che circolano a giorni alterni.

Tra tutti i temi possibili su cui testare la validità dei futuri Esperti Psicologi, quale tema ti vanno a escogitare? Questo: il caso di una “società X” con “40 sedi in tutta Italia” (coincidenza n. 1: ci siamo con la Banca d’Italia) che, “per razionalizzare le attività e contenere i costi” (coincidenza n. 2: è il mantra del piano strategico) decide “di chiudere 20 sedi periferiche lasciandone una per ogni regione” (coincidenza n. 3: anche la Banca ha in mente il modello regionale). E veniamo agli umani: “ai dipendenti delle sedi in chiusura è stata offerta la scelta tra l’esodo incentivato e il trasferimento ad altra sede con benefici economici” (coincidenza n. 4: le precedenti chiusure erano basate sulle stesse opzioni).

Fermiamoci un attimo: se è vero, come nei romanzi gialli classici, che “tre indizi fanno una prova”, quattro cosa fanno? Una confessione. Possibile che spremendo cotante meningi, non sia venuto in mente niente di meglio ai nostri super-dirigenti? Oppure, davvero, si sono fatti preparare a costo zero qualche centinaio di consulenze? [in effetti, in Banca il lavoro non pagato (straordinari da remoto non riconosciuti) o sottopagato (ai neoassunti vengono attribuiti gratificanti lavori da Expert, ma tenendoli tutti ben fermi nei gradi e nelle retribuzioni inferiori) sta diventando un’abitudine pericolosa.]

Ma proseguiamo: quale consulenza si chiede agli esaminandi, dopo aver descritto una società X identica a Banca d’Italia e che potrebbe averne anche le stesse “fregole” di risparmio?

Questa: siccome il personale deportato mostra “una scarsa adesione alle iniziative formative”, “livelli di assenteismo superiori alla media aziendale” e financo “problematiche di isolamento e demotivazione” (chissà come mai, ndr) viene chiesto agli esaminandi di “effettuare un’analisi della situazione e delle sue possibili cause” (e senza essere psicologi, un’ideuzza noi ce l’avremmo, ndr) nonché “prospettare un intervento per gestirle”.

La qual cosa è illuminante. Invece di porselo sul piano gestionale e strategico, il problema viene trattato come un problema di psicologia individuale, non escludendo quindi connotati potenzialmente patologici. Altro che studiare migliori forme di incentivo da adottare, o chiedersi quali politiche gestionali possono sollevare la motivazione del personale di un’Istituzione di eccellenza!

Senza voler richiamare il caso Bertini che, non condividendo e contestando le risposte ricevute su questioni di lavoro, fu sottoposto a visita psicologica come prima tappa della sua via crucis, abbiamo la sgradevole sensazione che si tenda - a vari livelli -  a considerare patologico il dissenso, o delittuose la critica e l’ironia. E’ un modo di rapportarsi a chi la pensa diversamente vagamente autoritario, che andrebbe accuratamente evitato da quei soggetti che prediligono proporsi come paladini di democrazia, accoglienza, inclusione.

Nel caso specifico, crediamo che le esigenze di certezza riguardano certo la propria sede di lavoro, ma anche la validità dei percorsi professionali che i colleghi stanno compiendo, e vengano prima di tanti altri aspetti di carattere marginale. Compresa l'assunzione degli psicologi.

Serve chiarezza, servono certezze.