Calcagno - sibc_30th

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1992 - 202230 anni di SIBC

"Trentanni"
di Mario Calcagno
" un gruppo di donne e uomini liberi....." è questo l'incipit di una lettera-manifesto con cui fu annunciata, ai primi di maggio del 1992, al Personale Bankitalia la nascita del sindacato che chiamammo Indipendente, da condizionamenti politici e partitici, in risposta al richiamo che Carlo Azeglio Ciampi rivolse a Trentin, D' Antoni e Larizza, Segretari Generali di CGIL, CISL ,UIL affinchè i responsabili delle strutture sindacali in Banca D'Italia fossero richiamati all'ordine e, dopo sessanta ore di sciopero culminate nella manifestazione di centinaia di colleghi con cartelli e striscioni di protesta davanti all'ingresso di via Nazionale 91, rientrassero nei ranghi sospendendo le agitazioni.
 
Iniziò un percorso rischioso ma entusiasmante perchè forti delle nostre buone ragioni , insieme a centinaia di colleghe e colleghi demmo vita  a una nuova organizzazione, che sparigliava il panorama sindacale in Banca D'Italia costringendo tutte le parti in causa fare i conti con questa nuova realtà.
 
Fu un inizio difficile, prendemmo ferie e ci autofinanziammo con una decina di milioni con il contributo di molti, cito per tutti Bruno, collega di Pescara, che inviò un un assegno di 500 mila lire, per visitare le filiali e convincere il personale nel corso di riunioni carbonare in bar durante l'intervallo di mensa o nei locali CASC al termine dell'orario di lavoro, della bontà e giustezza della scelta fatta invitandoli ad aderire.
 
Nel giugno di quell'anno uscì il primo numero di "Nuova Solidarietà" che nell'articolo di spalla della prima pagina titolava "Una scelta vincente".
 
A novembre del '92, il mese allora di "conta" delle iscrizioni sindacali, Il Sindacato Indipendente aveva presentato 673 firme di adesione, molte di più di quelle di altre sigle presenti in azienda  e la Banca, obtorto collo, dovette accettare la nuova realtà.
 
Una nota di colore.
 
All'inizio di questa storia i dirigenti di banca, incontrandoci, non rispondevano più al saluto ritendoci forse colpevoli di lesa maestà, salvo poi tornare sui loro passi dovendosi confrontare con noi al tavolo negoziale.
 
Vent'anni distaccato a Roma al sindacato fanno sì che storia personale e vita dell'organizzazione si intreccino spesso sovrapponendosi e quindi perdonerete se questo mio scritto non sarà sempre lineare.
 
Ho avuto collaboratrici e collaboratori validi e disponibili nella struttura sindacale, che affiancava la Segreteria Nazionale, di cui serbo un ricordo indelebile per l'impegno e l'aiuto che ci fornivano nella realizzazione delle piattaforme rivendicative, avendone testato gli effetti su tutti i componenti il Personale, per evitare discriminazioni o danneggiarne il percorso di carriera.
 
Mi si affastellano nella mente i volti e i nomi di tutte le persone con cui in questi trentanni mi sono confrontato, ho discusso, passato ore e ore nel corso di incontri con la delegazione aziendale a volte prolungati per intere nottate.
 
Le assemblee nelle Filiali, con i colleghi che volevano sentire dalla fonte cosa si trattava al tavolo negoziale, quali rivendicazioni avevano possibilità di accoglimento e le assemblee su Roma vivacissime, a volte turbolente ma partecipate, mai banali.   E mi dico "è stata una forte esperienza di vita"che mi ha arricchito e formato umanamente e professionalmente.
 
Ho incontrato persone straordinarie che tanto mi hanno insegnato con le loro visioni lungimiranti che andavano oltre il momento contingente con la capacità di fare sintesi delle istanze del personale e tradurle in progetti.
 
Ricordi.
 
Qualcuno dirà che "è roba da vecchi".
 
Ma trentanni sono una vita. Importante è averla spesa bene, con onestà intellettuale e senza cedere alle lusinghe e ai condizionamenti di chi aveva gli strumenti per farli se trovava interlocutori sindacali sensibili.
 
Tenendo ben distinti i due piani professionale e sindacale siamo cresciuti ancora, anno dopo anno, abbiamo aperto sezioni sindacali nelle Autorità di vigilanza, CoNSob, Antitrust, Comunicazioni, Privacy, Lavori Pubblici ecc. fondando La Federazione dei sindacati delle Autorità di vigilanza, cogliendo l'opportunità di accrescere la nostra professionalità al contatto con nuove realtà, in certo qual modo diverse dalla nostra, ma da essa dipendenti per vincoli legislativi in ordine al trattamento economico e normativo del loro Personale.
 
Qui finisce oggi la storia dei trentanni trascorsi ma  che continua perchè quella scintilla di ribellione di allora è oggi un fuoco ben vivo che arderà per i prossimi anni a venire e di cui altri scriveranno.
 
A me rimane la condivisione di impegni e ideali con tutte le persone che ho incontrato, che non cito perchè sarebbe un elenco lunghissimo, e di cui, questo sì, mantengo ben vivo il ricordo della strada percorsa insieme. Altro che "roba da vecchi".
 

 
 
 
 
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