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SINDACALISTI E SINDACA-LESTI: l'eterno collateralismo tra sindacati confederali e partiti politici

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SINDACALISTI E SINDACA-LESTI: l'eterno collateralismo tra sindacati confederali e partiti politici

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Pubblicato in altri sindacati · Lunedì 16 Giu 2025 · Tempo di lettura 3:30
SINDACALISTI E SINDACA-LESTI:
l'eterno collateralismo tra sindacati confederali e partiti politici

Ha sollevato un vespaio di polemiche la nomina nel governo dell’ex-Segretario generale della CISL nazionale, come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Sud.
Polemiche legittime, ma in parte ingenerose. Si tratta solo dell’ultimo esempio di un intreccio infinito tra sindacati confederali e potere politico di vario colore, che prescinde dall'indubbio valore di alcuni di essi, ed è invece rivelatore di qualcos'altro. Ma andiamo con ordine.

Qualche caso più e meno recente: chi ha preceduto Sbarra non è mica disoccupata: è senatrice della Repubblica (nelle fila del PD). Prima della Furlan c’è stato Bonanni (in Azione, ma non parlamentare) e Santini come segretario aggiunto, pure lui subito passato al Senato, anche lui nel PD. Prima c’è stato Sergio D’Antoni, segretario generale della CISL e non troppo tempo dopo Viceministro dello Sviluppo Economico nel governo Prodi, oltre che deputato della Margherita e del PD. Il segretario generale prima di lui era Franco Marini, dopo un solo mese dalla cessazione della carica sindacale diventato Ministro nel Governo Andreotti, poi Segretario del Partito Popolare e poi Presidente del Senato.

Si dirà: è la CISL, che t’aspetti? Magari fosse così: volgiamo lo sguardo ai cugini CGIL (solo in tono minore la UIL): la ex-segretaria generale cigiellina Susanna Camusso è oggi senatrice della repubblica (nel PD). Il suo predecessore, Guglielmo Epifani, del PD divenne proprio segretario, oltre che deputato della Repubblica. Chi lo precedette, Sergio Cofferati, del PD è stato europarlamentare, oltre che sindaco di Bologna. E prima ancora, Trentin fece il percorso inverso (prima parlamentare del Partito Comunista, poi sindacalista), mentre la via ordinaria fu scelta per Luciano Lama (prima segretario CGIL, poi parlamentare del PCI e del PDS e vice presidente del Senato) e Pizzinato (sempre nei Democratici di Sinistra).

Insomma, le porte scorrevoli tra sindacati confederali e "politica partitica" non solo ci sono sempre state: sono una regola assoluta che non ammette deroghe.
...e non è un caso che il SIBC nacque proprio per reazione alle ingerenze esterne delle solite confederazioni conniventi con il Direttorio dell’epoca (ma guarda...).

Non ci scandalizziamo quindi certo oggi, salvo non si voglia sostenere che si possono curare interessi collettivi solo in una parte politica e non nell’altra.

Semmai, una contiguità così ferrea tra confederali e partiti fa nascere il dubbio se davvero siano "sempre e solo" gli interessi dei lavoratori, la priorità di certi sindacati, e non piuttosto sostenere questa o quella parte politica di cui si rivelano un fuggevole travestimento.

Per questo, i sindacalisti dovrebbero preoccupare assai di più quando fanno i sindacalisti, che quando “scendono in politica” (ricordate quel che spesso vi diciamo: anche nei casi in cui il sindacato può fare poco per te, può sempre fare tantissimo contro di te!) .

Quanto spesso gli interessi di parte condizionano l'esercizio del proprio ruolo?
Ovvero, venendo a casi più verosimili dalle nostre parti, quanto spesso gli input dall'esterno, o l’interesse personale dei responsabili sindacali, incidono nel fare (o soprattutto non fare) determinate battaglie?
O nel rendersi (e soprattutto non rendersi) indigesti da chi poi deve manovrare determinate leve gestionali?

Ricordiamo per contrasto, specie a beneficio dei più giovani, un esempio lampante di come un buon sindacalismo sia automaticamente, politicamente rivoluzionario, senza bisogno di essere "cooptati" dalla politica.
Lech Walesa, in Polonia, fu padre ispiratore e leader del sindacato Solidarnosc, sindacato non a caso indipendente, che con scioperi e denunce, sostenuto da una forte mobilitazione popolare, ma anche subendo arresti e agendo in clandestinità, fu alla base nientemeno che del successivo crollo del regime comunista polacco (arrivò poi a diventarne primo presidente liberamente eletto con voto popolare)
Per dire: un grande sindacalista è più facile che finisca nei libri di storia,
che nelle aule parlamentari (o nei pensieri benevoli del datore di lavoro).


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