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Il territorio e l'impegno: il giorno della verità

Sindacato Indipendente Banca Centrale
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Il territorio e l'impegno: il giorno della verità

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Pubblicato in Filiali · Giovedì 16 Ott 2025 · Tempo di lettura 2:15
Il territorio e l'impegno: il giorno della verità

Oggi tutti i sindacati sono stati convocati in via Otricoli per un incontro importante, che può segnare la chiusura di un confronto in apparenza lunghissimo, ma per lunghi tratti improduttivo, sul progetto della Banca di riassetto territoriale.

Abbiamo dimostrato a tutti la volontà e la capacità di formulare e argomentare proposte equilibrate, in grado di tenere insieme interessi che ci piaceva credere convergenti (la valorizzazione del personale, l’efficiente organizzazione della Banca sul territorio, il miglioramento dei servizi resi alla comunità nazionale) e che invece abbiamo scoperto essere in radicale contrasto, nel “magico mondo Bankitalia”.

La fine di un percorso così lungo non è per nulla scontata.

Abbiamo accettato il confronto su un progetto che non condividiamo e che mai avremmo voluto discutere in questi termini. Lo abbiamo fatto non per difendere interessi particolari, ma per cercare soluzioni eque per tutti, compatibili con una gestione sana dell'Istituto.

Sta ora alla Banca dimostrare la volontà di arrivare a una conclusione condivisa, accettando magari una ventata di giustizia dove oggi manca, in ambiti dai quali tende a sfuggire.
Ad esempio sul piano previdenziale, perché il famigerato gap tra assunti pre '93 e post '93, lungi dall’essere colmato, rischia ora di trovare un’ulteriore focolaio nel diverso livello di tutela assicurata ai colleghi cui la Banca sembra offrire un “sostegno” all’uscita anticipata.
Ad esempio sul piano dell’accesso al lavoro da remoto, che ancora oggi, a quattro anni dall’accordo negoziale che per fortuna introdusse in Banca principi e diritti ben precisi, trova ostacoli non solo nel suo corretto esercizio, ma persino nella possibilità di compensarne le restrizioni organizzative imposte.

§§§

L’esito del negoziato di oggi, quale che sia, dovrà far riflettere tutti su quanto più efficace sarebbe una gestione della Banca orientata al confronto e alla condivisione nel momento della progettazione di interventi organizzativi e di riforme di sistema, piuttosto che discutere “a cose fatte”.

Occorre che chi guida la Banca comprenda, fino in fondo, che l’interlocuzione con le organizzazioni rappresentative del personale non è un fastidio imposto dalle norme vigenti, ma è l’opportunità, di inestimabile valore, di arricchire "dal basso" idee e progetti.
Il vero cambiamento, per chi non l'avesse capito, passa da qui.


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