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Il potenziamento della disorganizzazione

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Il potenziamento della disorganizzazione

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Pubblicato in Filiali · Lunedì 04 Ago 2025 · Tempo di lettura 3:00
Il potenziamento della disorganizzazione

Fateci caso: la letteratura aziendale abbonda di gloriose espressioni sul “rafforzamento” o lo “sviluppo” di questa o quella funzione, tutto accompagnato dal brulicare di iniziative volte a “promuovere”, “dare impulso” e naturalmente “potenziare”.
Analogamente, sempre nell’ottica dello “sviluppo”, specie ai colleghi neoassunti parla continuamente di “pari opportunità”, di “itinerari di crescita”, di “inclusione”.
Curioso che la realtà che vivono ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori sia spesso connotata da altre caratteristiche distintive: disorganizzazione, abbandono e assenza di visione, da un lato; discriminazioni e favoritismi dall’altro.

Il problema della Banca non è il “contesto esterno”, tanto spesso richiamato per giustificare la pochezza di proposte negoziali. Il problema è il contesto interno.

Facciamo un paio di casi emblematici: uno relativo agli organici, uno sulla gestione del personale neoassunto.

Il leggendario "potenziamento degli organici"
Chi partecipa agli incontri negoziali ascolta questa espressione dalla Banca, in particolare con riferimento alla rete periferica.
Guardiamo la realtà: non c’è alcuna pianificazione seria sugli organici, non c’è ancora risposta concreta alle richieste sindacali, permangono situazioni di “colleghi in ostaggio” che non vengono liberati per gli agognati trasferimenti, perché i Direttori hanno un concetto "estensivo" della proprietà privata.

C’è da chiedersi se chi parla in toni autocelebrativi dell’attività dell’Amministrazione, conosca davvero i disastri che da anni vengono perpetrati sulla Rete. Un esempio su tutti:
La Filiale di Potenza
- Organico ridotto all’osso da anni
- la Divisione GSP senza titolare
- la stessa Divisione pure senza sostituto
- la posizione di Vice-Direttore vacante da quasi un anno;
- Il Direttore in partenza per altra sede.
Fossimo al bowling, sarebbe strike.
Ma Potenza non è un caso isolato: Campobasso, Aosta e altre Filiali rischiano la stessa sorte. Una rete territoriale lasciata al proprio destino, mentre dall’alto si ciancia di “modernità” e “flessibilità”.
Inevitabilmente, le mancanze si scaricheranno sul personale addetto a quelle realtà, chiamato a svolgere ruoli superiori ai propri profili mansionistici (salvo non ammettere che tutti i Capi e capetti sono ruoli superflui): ciò tanto per l’Area Manageriale, quanto per quella Operativa - a parità di retribuzione, ovviamente.
La cosa fa il paio con il tentativo di accorpare forzatamente GSP e Segreterie in molte Filiali, che nasce dall’improvvisa scoperta della carenza di personale nelle strutture dedicate alle attività operative e contabili connesse al circolo del contante, e si illude di metterci una pezza stravolgendo d’imperio mansioni e percorsi professionali di altri colleghi.
RIcordate l’incipit del volantino? “Potenziamento”, “sviluppo”, “attenzione agli organici”.

Quello che sfugge a questa Amministrazione è che molte strutture dell’Istituto oggi sopravvivono solo grazie alla dedizione e al senso di responsabilità del personale, che continua a sopperire alle incapacità gestionali di GEP e di Organizzazione.
Ma quando certi clamorose "distrazioni" e altrettanto clamorosi favoritismi vengono alla luce, non è detto che tutti continueranno imperterriti a svolgere mansioni superiori a quelle per le quali sono stati assunti e vengono pagati. Non è detto che tutti vorranno "smazzare" mentre qualche “unto del Signore” ha percorsi di sviluppo che altri non hanno mai visto, nemmeno con il binocolo.

Arriverà quel momento. Per tutto il resto, c’è Mastercard.


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