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Chi vuole un altro 2016? Gli scivoli della Banca, gli interessi di tutto il Personale

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Chi vuole un altro 2016? Gli scivoli della Banca, gli interessi di tutto il Personale

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Pubblicato in relazioni_sindacali · Martedì 03 Giu 2025 · Tempo di lettura 5:15
Chi vuole un altro 2016?
Gli scivoli della Banca, gli interessi di tutto il Personale

Lo scivolo pensionistico del 2016 fu un bagno di sangue per il personale rimasto in servizio. L’onere economico per la Banca fu elevato, tanto da indurla ad accantonare in bilancio poste per importi superiori a quel che da allora abbiamo avuto in efficienza aziendale, tanto per rendere l'idea.

Chi davvero pagò il conto fummo infatti tutti noi - post 93 e ante 93 - che in Banca nel 2016 siamo rimasti (o siamo entrati dopo), costretti  da  allora  a  lottare  per  ottenere l’adeguamento delle retribuzioni all’IPCA (!),  a dimenticarci del rinnovo del contratto (scaduto 10 anni fa!!) e dell’adeguamento del trattamento di missione, spogliati di qualunque trattativa economica e retributiva, salvo la messinscena annuale dell’efficienza-una-tantum, peraltro scesa a livelli irrisori.

Per la parte operativa, lo scivolo passò con il referendum per la non-riforma dell’Area, cui solo il SIBC - tra tutte le Organizzazioni sindacali in Banca - aveva invitato a votare NO.
Il SI prevalse con appena il 50,1% dei voti, grazie proprio al voto di centinaia di ex-colleghi che il giorno dopo fecero “marameo” a chi rimaneva a lavorare, e se ne andarono in pensione col doppio vantaggio del reinquadramento e - appunto - dello scivolo.
Sono fatti che chi è giovane di Banca deve conoscere, perché sono i fatti che parlano il linguaggio della verità, non le chiacchiere di chi gioca sulla gioventù altrui.

Dal 2016 sono passati nove anni.
Il personale ante 93, che ha una pensione che arriva a superare il 100% dell’ultimo inquadramento stipendiale e una liquidazione pari a 3 o 4 annualità dell’ultimo stipendio, e rispetto al quale finora sono state modellate le norme di accompagnamento pensionistico, rappresenta oggi circa il 27% del personale operativo (era il 57% nel 2016), e il 17% del personale manageriale (il 51% nel 2016).
Il personale post 93 aderente al Fondo ha invece la pensioncina INPS e un'integrazione dal Fondo (di valore incerto), e una Lump Sum a fine carriera che arriva circa a un'annualità di stipendio (chi a suo tempo non aderì al Fondo ha solo la liquidazione degli ante 93).

Dal 2016 a oggi sono cambiate tante cose, ma certo non è venuto meno l’interesse della Banca a “ringiovanire il personale”, anche alla luce di modalità di lavoro che nel frattempo sono cambiate velocemente.
Piuttosto, non escluderemmo che un piano così demenziale come quello di riorganizzazione territoriale sia stato pensato anche come “cavallo di Troia” per sfoltire un po’ di personale anziano (e costoso).

Avvisiamo mamma Banca che però non è venuta meno neanche la priorità assoluta del SIBC: tutelare il personale che lavora. Non solo quello che legittimamente, davanti a una Banca che ti volta le spalle, è voglioso di fare lo stesso e andarsene in pensione; ma anche, e soprattutto, quello che ha ancora anni o decenni di lavoro davanti, o addirittura ha da poco fatto il suo ingresso nell’Istituto.

E allora, a dispetto di certe Organizzazioni sindacali che, quando la Banca ha parlato di riassetto della rete, hanno impiegato meno di un minuto a dare il proprio assenso pur di parlare di scivoli e accompagnamenti alle pensioni, è bene chiarire qualche punto chiave.

1) Il piano di riassetto territoriale non “rilancia” né “sviluppa” la rete territoriale, ma la adegua a una gestione sempre più accentrata e agli organici reali, costantemente in calo e in prospettiva di ulteriori ritiri; semmai, genera ulteriori problemi (es: il caos dell’unificazione Segreterie-GSP, che i Direttori stessi che ci implorano di fermare) senza risolvere quelli esistenti, come la discriminazione di tanti colleghi nell’accesso al lavoro da remoto e soprattutto la carenza di personale; carenza utile ad esasperare il senso di abbandono che poi porta a rendere accettabili, se non desiderabili, successive ristrutturazioni. Il giochino delle misure di accompagnamento è al momento del tutto prematuro.

2) A differenza del 2016, ormai sono molti i colleghi “post 93” che cominciano ad andare in pensione. Qualunque questione previdenziale non si può quindi essere affrontata come se non esistessero: occorrono regole chiare ed eque per tutti. Non c'è bisogno di inventarsi chissà che, ma di tradurre in pratica il banale principio di equità delle risorse stanziate per la pensione di ciascun collega, a prescindere dall'anno di assunzione (a proposito: esistono circa 100 colleghi post 93 non aderenti al Fondo, ai quali andrebbe offerta un’ultima possibilità di rientrare, senza penalizzazioni).

3) Anticipare l’uscita dal lavoro ha effetti ben diversi sul trattamento previdenziale di un “ante 93” e di un “post 93”. Per l’ante 93, con le misure di sostegno ordinarie, non cambia nulla del trattamento ordinario (e anzi, guadagna eventuali zainetti ecc.). Per il post 93, anni di mancata contribuzione al Fondo implicano una decurtazione significativa del montante su cui poi verrà calcolata l’integrazione alla risicata pensioncina INPS. Occorre quindi discutere dei meccanismi di contribuzione al Fondo e all’INPS in caso di uscita anticipata, trattandosi di pensione contributiva.

4) Quando dovessero essere definite le necessarie modifiche/integrazioni al piano di riassetto territoriale, potrà quindi essere affrontato il tema del pensionamento anticipato del personale, anche in modo più ampio delle Filiali coinvolte dal noto piano.
Ma il tema andrà affrontato prestando attenzione a tutto il personale: chi resta, chi va, chi è “post” chi è “ante” 93. Ogni collega merita considerazione e rispetto.
Giova ricordare la specifica dichiarazione a verbale - sottoscritta anche dalla Banca - sull’opportunità di modificare il calcolo della Lump Sum per incrementarne l’importo a fine carriera per il personale post 93.
Questo è il momento per farlo, prima di svuotare le casse, e senza creare nuovi steccati generazionali e nuove discriminazioni.


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