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Affrontare al meglio le sfide in arrivo Un anno perso... o forse no

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Affrontare al meglio le sfide in arrivo Un anno perso... o forse no

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Pubblicato in negoziati · Lunedì 27 Ott 2025 · Tempo di lettura 3:45
Affrontare al meglio le sfide in arrivo
Un anno perso... o forse no


La chiusura dell’accordo sulle Filiali è una buona notizia anche per i colleghi che non erano toccati direttamente dalla questione.
Si potrà tornare a parlare anche di tanti temi prioritari che riguardano tutti, dall’efficienza aziendale alla Lump Sum, dall’orario di lavoro alle carriere operative a quella manageriale.

Temi già urgenti un anno fa (a volte decenni fa...), e che il trascorrere del tempo ha acuito nei loro aspetti problematici, in termini di opportunità professionali che sfumano, di benessere che resta incompiuto, di divari retributivi che crescono invece di ridursi.

Vogliamo però essere ottimisti, e sottolineare alcune opportunità nuove che il nostro lavoro di questo anno potrebbe aver fatto emergere.



L’atteggiamento dell’Amministrazione, a un certo punto del negoziato, è cambiato: dall’ascolto infastidito, che mirava solo a cercare il consenso alla firma del numero indispensabile di sindacati, all’ascolto concreto per migliorare il progetto, modificare gli aspetti più problematici, arricchirlo con idee nuove ed elementi di equità sinora non contemplati.

Questo atteggiamento è stato a nostro avviso decisivo per raggiungere, per la prima volta nella storia della Banca su questi temi, un accordo che ha visto l'unanimità dei consensi sindacali sul testo finale.

Un insegnamento a chi - all’interno dell’Amministrazione - pratica l’arte dello scontro e della divisione: lo scontro e la divisione sono sempre il frutto di scelte, mai un dato di natura e non eliminabile.




Il tavolo di maggioranza composto dal SIBC e dalla FALBI ha saputo contestare, quando era il momento; scioperare, quando era il momento; negoziare, quando era il momento.
Soprattutto, ha sempre perseguito la via della serietà delle proposte: niente demagogia per racimolare iscrizioni ma totalmente inefficace nelle trattative, solo idee concrete in grado di  incidere sul progetto: rafforzare il ruolo della rete territoriale, avvicinare condizioni di equità all’interno del personale, salvaguardare professionalità acquisite nel tempo,

L’affidabilità negoziale è un valore primario.
Noi non siamo soliti cambiare idea sulle cose, come ben noto. Il negoziato è stato difficile, ma gli obiettivi proclamati all’inizio sono rimasti sempre gli stessi. In diversi casi sono stati pienamente conseguiti, in altri meno, ma è importante che i colleghi (e la Banca) abbiano sempre chiaro che, nel momento in cui parliamo, crediamo nelle cose che diciamo e quindi ci impegniamo a realizzarle.

Nel nostro modo di fare sindacato, la credibilità è essenziale, e averla rafforzata è un bene, anche in prospettiva futura.



Siamo orgogliosi anche di aver affermato un principio essenziale per il personale più giovane: basta discriminazioni sul piano previdenziale.

Per questo, ritenevamo ingiusta la proposta minimalista presentata dalla Banca (versamento sul Fondo, negli anni di anticipo, del solo suo contributo annuo), che di fatto avrebbe penalizzato fortemente il personale “post 93” aderente al Fondo Complementare che avesse voluto fruire delle misure di incentivo all'uscita dalla Banca.

Quella proposta è stata ribaltata, avendo ottenuto - per il personale destinatario di incentivi all'uscita - l’introduzione di un inedito contributo aggiuntivo della Banca sul Fondo, ogni anno, del 4,5%, che si aggiunge a quello ordinario che continuerà a essere versato.



Siamo sinceri: riteniamo che attaccare i sindacati che si prendono la responsabilità di chiamare i lavoratori a uno sciopero sia stato, da parte di CISL e CGIL, un atto squalificante come pochi (la CGIL, poi, che contesta chi sciopera!).
Tuttavia, il tempo è galantuomo, e l'approvazione unanime del testo finale non solo attesta che il lavoro fatto da chi guidava i negoziati è stato ritenuto pregevole da tutti, ma anche che - alla lunga - forse ci si rende conto che certi atteggiamenti demagogici non pagano.
E sia dato atto ad altri, es. la UIL, che hanno scelto di giocare un ruolo diverso, contrastare il progetto, invece di chi lo contestava: un comportamento di grande rispetto, innanzi tutto nei confronti dei lavoratori.

§§§

Se queste forme più mature di negoziare tra Banca e Sindacati saranno esportate anche in altri campi, allora questo anno di “fermo” su temi essenziali non sarà stato inutile.
Prepariamoci quindi tutti a mettere nel mirino risultati impensabili...Dateci il vostro supporto!










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