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159 modi per dire “Cambiamo!” Il futuro del sindacato per cambiare il futuro della Banca

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159 modi per dire “Cambiamo!” Il futuro del sindacato per cambiare il futuro della Banca

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Pubblicato in carriera_manageriale carriera_operativa · Giovedì 09 Ott 2025 · Tempo di lettura 3:00
159 modi per dire “Cambiamo!”
Il futuro del sindacato per cambiare il futuro della Banca

Le statistiche a volte mentono, a volte ci prendono, talvolta non servono.

Che la Banca d’Italia stia vivendo un declino di immagine e di capacità di dare piena soddisfazione al suo personale, lo sappiamo e lo denunciamo da tempo. Ora lo dice anche una statistica sui “migliori datori di lavoro in Italia” pubblicata ieri dal Corriere della Sera, che ci vede al 159° posto.

Il fenomeno è legato sia a fattori stranoti e di interesse generale (il sistema di inquadramento dell’Area Operativa risale al 1980, quello dell’Area Manageriale è privo di trasparenza e fonte di potenziali ricatti, l’esclusione gestionale di una parte del personale dalla fruizione del lavoro da remoto, le riorganizzazioni cervellotiche di questi anni), sia ad altri elementi poco considerati nella pubblicistica sindacale.

Ad esempio lo stato di “detenzione” che vivono diversi colleghi di alcune strutture della Banca, ai quali la mobilità in uscita è nei fatti impedita dai Direttori locali, con meccanismi che ricordano il trattenimento di ostaggi.

Ad esempio, il licenziamento del collega Carlo Bertini non solo ha alienato all’Istituto la fiducia di tanti che lo conoscevano bene, ma ha aperto gli occhi di molti su un’Istituzione conciliante con le malefatte di taluni, colpiti da punizioni bagatellari, e inflessibile con talatri, rei di aver lavato in piazza i panni sporchi.

Ad esempio, il clima di minaccia nemmeno troppo velata che aleggia sul lavoro da remoto (e grazie al cielo che lo abbiamo introdotto! Pensate altrimenti dove saremmo in classifica…). Basti pensare al senso di fastidio che traspariva dal discorso a braccio dal Governatore in visita al Centro Donato Menichella, basti pensare al tentativo di dissuadere da subito i neoassunti da certe libertà che minano la serenità paleolitica di chi guida l’Istituto, basti pensare a quanto sia difforme, tra strutture della stessa Banca, la lettura di quanto sancito - in modo incontrovertibile - nel Regolamento del Personale.

Ad esempio, la frequenza di polemiche sindacali sul nulla, che allontanano i colleghi pure da chi li dovrebbe rappresentare, restringono il confronto delle idee e impoveriscono la condivisione generale delle scelte, col risultato di trascinare tutti in un teatrino che scimmiotta i peggiori esempi della politichetta.

Insomma, il problema è ampio, e puntare il dito è semplice, ma anche semplicistico e pericolosamente autoassolutorio.

Il sindacato deve essere attore del cambiamento, fattore di innovazione e di costruzione del consenso su proposte nuove, per svecchiare logiche e procedure. Non sappiamo quanto “in alto” siano interessati a raggiungere questi obiettivi, ma la cosa ci interessa fino a un certo punto.
Sta alla compagine del personale coagularsi in modo deciso su proposte, temi e traguardi da raggiungere.
E’ quello il momento in cui il Vertice, volente o nolente, dovrà starci a sentire.

Il Sindacato Indipendente è il sindacato di riferimento per chi si riconosce in questa visione, è il sindacato che chiede ai giovani colleghi e a tutte le persone di buona volontà di entrare a farne parte, non solo come iscritti, ma come prossima classe dirigente del Sindacato del cambiamento.


Sindacato Indipendente Banca Centrale
siamo in Via Panisperna, 32 - 00184 Roma

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