Settembre è arrivato. E' ora di agire
Pubblicato in negoziati · Lunedì 02 Set 2024
Settembre è arrivato
E’ ora di agire
Settembre è arrivato, e così è finito il tempo delle scuse per rinviare negoziati lasciati in sospeso o mai iniziati. Procrastinare decisioni cruciali, sulla riforma dell’area operativa, sul riconoscimento dell’IPCA e dell’efficienza aziendale, sul miglioramento del modello di lavoro ibrido e sulla riorganizzazione della rete territoriale, non aiuta la credibilità dell’Amministrazione presso il personale.
Riforma dell’Area Operativa Il negoziato si è bloccato (ancora una volta) appena il tavolo di maggioranza ha presentato contro-proposte per correggere la piattaforma elaborata dalla Banca, generalmente non soddisfacente e addirittura vessatoria per alcune categorie del personale.
Il confronto deve riprendere con immediatezza e vagliare tre sbocchi possibili, senza altre lungaggini e finzioni:
- l’accoglimento di tutte le richieste, avanzate dal tavolo di maggioranza in un’ottica estrema di possibile compatibilità con l’impostazione della Banca;
- lo scoppio dell’ennesima bolla di sapone;
- la modifica di un’impostazione di partenza eccessivamente “conservativa”, per raggiungere soluzioni più avanzate, rispettose del percorso professionale del personale.
Riconoscimento dell’IPCA E’ previsto dal nostro modello contrattuale, e sin dalla nascita è inchiodato alla percentuale fissata dall’ISTAT, ogni anno a inizio giugno. Troppo spesso, tuttavia - prima di essere traslato nelle buste paga del personale - quel riconoscimento economico viene rallentato, dilazionato, e da ultimo condizionato a fattori esogeni che l’Amministrazione decide per propri scopi.
La “sottrazione temporale” di quanto dovuto è inaccettabile e necessita di un correttivo da parte del Vertice, tanto più in vista del conguaglio che ci attende per l’anno venturo.
Riconoscimento dell’efficienza aziendale Ormai utile alla Banca come cavallo di Troia: quest’anno è servita a rimandare “di poco” l’IPCA, richiesta sin da giugno, per poter trattare insieme anche l’efficienza aziendale, il cui dato sempre a giugno era “quasi pronto”. Dopo tre mesi di ostentata latitanza, è dimostrata l’inefficacia (o la malafede) di questo approccio: voler tenere insieme due negoziati, tra loro peraltro in nessun modo connessi, dimostra un intento smaccatamente strumentale e la poca credibilità di chi lo ha proposto.
Modello di lavoro ibrido Definito a dicembre 2021, prevedeva sin da allora la “verifica” del suo funzionamento complessivo nel secondo semestre 2024. Il secondo semestre 2024 è già a un terzo del suo cammino, e ancora nulla è stato verificato, né è stato avviato il conseguente confronto per apportare miglioramenti agli aspetti che in questi anni non hanno funzionato: sul piano normativo e sul piano applicativo.
Rinviare un problema non comporta che questo si semplifichi, anzi lo complica, ma questo la Banca lo sa benissimo: infatti, rinvia.
Riorganizzazione della rete territoriale Preannunciata in sede di presentazione del piano strategico, con incontro da tenersi a primavera 2023, è sparita dai radar da un anno e mezzo. Nel frattempo, il nuovo Governatore ne aveva dato una lettura minimizzante nell’entità e non ansiogena nella tempistica.
Essendoci vari altri argomenti “bollenti” sul tavolo, saremmo stupiti di un’inversione del calendario, fermo restando che i colleghi hanno diritto a una parola chiara da parte del Direttorio.
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In conclusione, non c’è tempo da perdere. Il Direttorio ha ora diversi anni di stabilità davanti, e deve quindi assumersi responsabilità sul futuro professionale di tanti colleghi validissimi e dediti ben più di quanto la Banca riconosca loro.
Il rispetto per i lavoratori dell’Istituto implica il dovere di coinvolgere i rappresentanti del personale prima di assumere decisioni.
Solo attraverso un confronto aperto e concludente si potranno trovare le soluzioni necessarie per garantire un futuro stabile e vantaggioso per tutti. Se questo è l’obiettivo anche del Vertice aziendale.